La centrale del Mercure chiusa è e chiusa deve restare

12231556_10206657138885789_93284424_nLa centrale del Mercure è chiusa e chiusa deve rimanere, nell’interesse della salute delle popolazioni residenti, dell’ambiente del Parco Nazionale del Pollino –nel cuore del quale la centrale si trova- e dello sviluppo economico ed occupazionale dell’intera area, istituzionalmente legato alle attività turistiche e agro-alimentari di qualità e non certo al folle progetto di industrializzazione selvaggia proposto da ENEL; dalla stessa supportato a suon di soldi –leggi le famose…compensazioni ambientali pattuite-, e subìto da chi dell’ENEL è evidentemente fido subalterno.
Ed è per questo, forse, che un sindacato –e un sindacalista- in evidenti difficoltà su più fronti vertenziali, gioca la carta della centrale, per trovare impossibili rivincite sulla pelle della gente. Ne derivano informazioni parziali e fuorvianti su una presunta, imminente riapertura della centrale, nonché dati sugli ancor più presunti posti di lavoro. Dati che fanno a pugni con…l’aritmetica oltre che con la realtà dei fatti -per altro universalmente noti- e col buonsenso. E’ infatti cosa nota, perché ufficialmente dichiarata da ENEL, che, ove mai la centrale andasse in funzione, le maestranze proverrebbero da altre centrali, senza nuove assunzioni. Così che il tutto si ridurrebbe ad una manciata di addetti esterni (vigilanza e mensa).

Mentre, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’enorme quantità di biomasse necessaria al funzionamento della centrale, trasportata da ben oltre cento camion al giorno che impatterebbero –sotto tutti gli aspetti, quello viario, quello ambientale e quello della salute- in maniera disastrosa sull’intero territorio, c’è un punto nodale e delicatissimo sul quale sindacato e sindacalista in questione, da parecchi mesi continuano a mantenere un vergognoso silenzio.

Le denunce sull’evidente pericolo di infiltrazione criminale, al seguito delle attività di approvvigionamento di biomasse della centrale (la ben nota e famigerata”mafia dei boschi”), è stato clamorosamente e ripetutamente denunciato dagli organi di informazione nazionali e locali ed è stato anche oggetto addirittura di una lettera inviata dai Sindaci di Viggianello e Rotonda -Vincenzo Corraro e Rocco Bruno- al Presidente della Repubblica.

Perché, dunque, questo ostinato “silenzio sindacale” ? E perché il sindacato ritiene di dover combattere contro i tanti che pure onestamente lavorano seguendo le vocazioni del territorio ? La possibilità di accaparrarsi un pugno di tessere e di gloriarsi della riapertura di un impianto dall’impatto certamente disastroso –sotto ogni profilo- rappresenta una posta per cui sacrificare diritti e interessi di un’intera popolazione ?”

9 novembre 2015
Forum “Stefano Gioia”
delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani
per la tutela della Legalità e del Territorio

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